ArteTerapia

“L’arte non riproduce ciò che è visibile,

ma rende visibile ciò che non sempre lo è”

P. Klee

I laboratori di arteterapia si svolgono in incontri settimanali di gruppo (massimo 8/10 persone) all’interno dei percorsi terapeutici residenziali (Dipendenze patologiche e doppia diagnosi) denominati Pandora-Approdo-Matrix/Drive, coinvolgendo complessivamente circa 45 utenti. L’arteterapia è inserita come attività terapeutica all’interno del programma di recupero e svolta in sinergia con tutta l’èquipe.
L’obiettivo generale è quello di promuovere il processo creativo di ciascuno attraverso la sperimentazione dei materiali artistici. Un percorso personale intenso e significativo che si declina sul piano simbolico. Tutto accade durante il processo creativo, il quale contiene tracce di un mondo conosciuto (esperienze passate, ricordi e sensazioni) ma come parte di un’esperienza attuale, nel qui ed ora, ne suscita anche di nuove. L’esperienza creativa implica un tempo, quello del fare, e produce un oggetto reale immerso nello spazio (fisico, simbolico, relazionale) che riceve, contiene, risponde, trasforma. Le tracce, i movimenti, i colori, le gestualità, i (di)segni, permettono la nascita di una nuova presenza, qualcosa prende forma e si manifesta aiutandoci a nominare ciò che sentiamo, ciò che spesso non ha ancora parola.
L’oggetto creato diviene una “presenza” dove la persona si riconosce, esprime l’immagine di Sé, e grazie alla quale può affermarsi all’interno del gruppo e, attraverso la condivisione e il confronto, mettersi in gioco.

Il nostro approccio

L’arteterapia all’interno delle comunità terapeutiche è un’opportunità e al tempo stesso una sfida. L’approccio iniziale all’attività è costellato da curiosità, ma anche da sensazioni di inadeguatezza (disegnare è una cosa da bambini) o dal non sentirsi capaci (non lo so fare). A mano a mano l’immersione nell’esperienza apre inaspettate possibilità e permette a ciascun partecipante di sviluppare uno stile espressivo, unico e irripetibile, gratificante. Non di rado capita che l’esperienza fatta venga “trasferita” al di fuori dello spazio/tempo del laboratorio, ad esempio durante la verifica a casa (“ho regalato a mio figlio/a gli acquerelli, abbiamo dipinto insieme”), oppure nella richiesta di donare ad un familiare un lavoro che sente essere particolarmente importante. I lavori fatti durante gli incontri vengono custoditi per tutto il percorso all’interno di cartelle personali e poi restituiti a fine programma alla persona che può decidere di tenerli assieme, spesso, creando una sorta di “libro d’artista”.

Percorsi nelle Sedi Operative

Approdo

Matrix/Drive

Pandora

Nave 13

GRANDEZZA TESTO